A cinquanta anni esatti dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, i cinque incontri dedicati al grande regista permetteranno agli iscritti di avventurarsi in uno dei percorsi autoriali più originali ed entusiasmanti dell’intera storia del cinema. Pasolini ha esplorato da un punto di vista molto personale le possibilità del linguaggio cinematografico, da lui stesso definito “la lingua scritta della realtà”, capace di mostrare i cambiamenti e le contraddizioni della società italiana a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. In questa ricerca convergono alcune delle grandi suggestioni culturali pasoliniane, tra cui il marxismo, la religione, il mito, il corpo e la pittura, mai disgiunte le une dalle altre.
Incontro 5: Alla ricerca del mito perduto
Nell’ultima parte della sua carriera Pasolini si confronta con una delle radici culturali più forti del suo percorso artistico e intellettuale: il mito greco. Prima in Edipo re (1969) e poi in Medea (1970), Pasolini mostra una forza e una ricchezza ancora a disposizione dell’uomo di oggi, essendo il mito il nucleo oscuro e vitale dell’esperienza vissuta. Un discorso che prosegue nei tre film della “trilogia della vita”, per interrompersi nell’ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).