François Truffaut e Jean-Luc Godard: due grandissimi maestri della storia del cinema, protagonisti indiscussi di una stagione irripetibile come la Nouvelle vague francese. Prima amici, poi rivali, diversissimi tra loro, ma legati entrambi da un amore viscerale per il cinema: a Giunti Odeon una serie di film documentari che raccontano il loro contrastante rapporto.
Arriva a GO lo scrittore Diego De Silva per presentare il suo ultimo libro I titoli di coda di una vita insieme (Einaudi) insieme a Marco Vichi!
Ingresso gratuito e senza prenotazione.
Il libro:
Fosco e Alice si sono amati tanto. E tra poco, senza sapere bene perché, si diranno addio. Per questo, nel vortice di parole più o meno giuste o più o meno sbagliate, abbracci notturni, porte sbattute, avvocati nuovi di zecca e antiche recriminazioni, decidono di raccontare la loro storia a modo loro. Con ostinazione, dolore e persino ironia: tutto quello che nei documenti legali non potrà mai trovare spazio. Diego De Silva lascia riposare il suo personaggio più amato, l’«avvocato d’insuccesso» Vincenzo Malinconico, per consegnarci un grande romanzo sulla fine dell’amore.
«L’amore non è una storia, ma due». Per questo Fosco e Alice hanno affidato ai loro rispettivi avvocati le parole che non sanno dirsi, lasciandosi. Alice aspira a una conclusione drammatica, come se un grande amore si misurasse dalle ferite, dal male che è possibile farsi. Vuole enfasi, conflitto, palcoscenico. Fosco è più morbido, quasi passivo, incline ad accettare qualsiasi condizione. E alla fine, come in tutte le separazioni, le loro posizioni si tradurranno in documenti mortificanti, che nulla dicono perché nulla sanno di una vita insieme. Che riassumono il dolore, e anche la gioia, in parole povere. Per riscrivere con una dignità diversa i titoli di coda della loro storia, decidono allora di ritirarsi in una casa amata, tra i fantasmi dal passato e di ciò che è stato tradito, che siano gli anni felici dell’infanzia, quel tempo bello in cui s’impara il mondo, gli amici di sempre o il loro stesso legame. Trovarsi lì, in quella casa, significa anche cercare un fuoco comune: il loro fuoco. Significa attraversare in due i rimpianti fino a esaurire la sofferenza, estrarre dalle macerie del tempo ciò che rimane vivo e trovare la forza di andare addosso alle cose, persino quando fanno paura. Senza rinunciare all’ironia che lo contraddistingue, come modo di illuminare ciò che conta, Diego De Silva riesce a raccontare con forza, attraverso le voci di Fosco e Alice, le speranze, le delusioni, le felicità sepolte, il complicato groviglio di sentimenti che accompagnano da sempre la fine di un amore.
L'autore:
Scrittore, giornalista e sceneggiatore napoletano, Diego De Silva ha pubblicato diversi libri tra i quali il romanzo Certi bambini (Einaudi, 2001), premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film omonimo diretto dai fratelli Frazzi, con la sceneggiatura firmata a quattro mani con Marcello Fois. Sempre presso Einaudi sono usciti i romanzi La donna di scorta (2001), Voglio guardare (2002), Da un'altra carne (2004), Non avevo capito niente (2007, Premio Napoli, finalista al premio Strega) e la pièce Casa chiusa, pubblicata con i testi teatrali di Valeria Parrella e Antonio Pascale nel volume Tre terzi. Del 2010 un nuovo romanzo, Mia suocera beve, con protagonista Vincenzo Malinconico, già al centro di Non avevo capito niente. Del 2011 è Sono contrario alle emozioni. Del 2012 Mancarsi. Nel 2013 Arrangiati Malinconico. Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori, Crimini e Crimini italiani(2000, 2005 e 2008). I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo e Grecia. Ha lavorato anche ad alcune sceneggiature televisive e ha scritto l'episodio Il covo di Teresa della serie tv Crimini.
È uscita nel 2014 una raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Patrocinio gratuito appare accanto a quelli di De Giovanni, De Cataldo e Lucarelli. Nel 2020 esce per Einaudi I valori che contano (avrei preferito non scoprirli), segue l'anno successivo Le minime di Malinconico. Tra gli altri titoli, Sono felice, dove ho sbagliato? (Einaudi, 2022), I titoli di coda di una vita insieme (Einaudi, 2024).
A Giunti Odeon una selezione di classici americani degli anni '80! Colorati, folli, sperimentali, gioiosi e oscuri allo stesso tempo: i film di quel decennio sono il caleidoscopio di una società rinnovata ed euforica, ma non priva di ombre. Ecco allora i film di maestri come Robert Zemeckis, David Cronenberg, Terry Gilliam, Martin Scorsese e tanti altri cult da vedere e rivedere!
La scrittura e lo sguardo: Joyce-Huston-Antonioni
La scrittura e il cinema della “crisi”: le inquietudini e le sperimentazioni sul linguaggio che caratterizzano il Novecento che sbocco hanno trovato nel passaggio dalla letteratura al cinema? Si parte dall’analisi della parte finale di uno dei racconti fondamentali della letteratura novecentesca, I morti di James Joyce, per arrivare a due film da esso tratti, The Dead di John Huston e La notte di Michelangelo Antonioni (con un breve accenno ad Ejzenstein), in cui si vede come l’epifania joyciana si trasforma nel soggetto-sguardo del cinema (soprattutto nei finali dei due film).
L'abbonamento all'intero Atelier (euro 100, nominale e comprensivo di cinque incontri da 90') è acquistabile dal 27 Agosto alla cassa della libreria.
Uno straordinario viaggio attraverso i miti, i capolavori e le leggende del cinema di Hollywood. Da Keaton a Kubrick, da Welles a Coppola e a Scorsese, a Giunti Odeon una serie di documentari, ricchi di filmati e testimonianze, su un secolo e più di cinema americano: un avvincente racconto sulla più grande e folgorante industria dei sogni.
Sul palco di GO la presentazione de I solisti del coro (Pacini) con l'autore Angelo Migliarini, il professor Michele Battini, Roberto Scarpa e Alessandro Benvenuti.
Il libro:
"Gli ultimi cinquant’anni di storia italiana raccontata attraverso le storie e le voci di personaggi che arrivano sulla pagina mostrando un’urticante spavalderia, uno sguardo ruvido che vorrebbe occultare la sotterranea tenerezza: e subito ti appar- tengono.
La scrittura di Angelo Migliarini, ironica e divertita, spesso corteggia e duetta con il sarcasmo e allora si profila un’ombra drammatica che aggiunge spessore cambian- do l’ottica dello sguardo.
Figure, voci, volti, tessere indelebili di una memoria personale o, forse, anche abi- tanti stralunati di mitologie provinciali, poco importa, in ogni caso tutte restituite attraverso una narrazione capace di intrigare e sedurre il lettore" (Ugo Chiti).
L'autore:
Angelo Migliarini è nato a Ponsacco, in provincia di Pisa, nel 1956. Ha studiato Lettere a Pisa e poi frequentato la scuola di perfezionamento in Storia dell’Arte Medioevale e Moderna con una tesi su Luis Bunuel. Nei primi anni Ottanta ha collaborato con il regista Marco Ferreri. Ha ricoperto ruoli dirigenziali in Legacoop tra i quali presidente regionale e vice vicario nazionale di Produzione e Servizi. Dal 1997 è Presidente della Fondazione Charlie. Ha scritto libri e altri contributi sul cinema, questo è il suo primo romanzo.
Dal 1923 allora i film realizzati dalla Disney hanno incantato più generazioni, meravigliandoci ogni volta per le loro storie senza tempo e senza età. Oggi, a distanza di un secolo, Giunti Odeon festeggia questa grande fabbrica di sogni proponendo una selezione di corti e film, adatti per piccoli e grandi, realizzati negli ultimi anni dalla Pixar, uno degli studi di animazione più celebri al mondo, parte dell'universo Disney.
In arrivo sul palco di GO un volto noto al grande pubblico: Fulvio Marino! L'autore presenterà sul palco Tutta l'Italia del pane (Slow Food Editore) accompagnato da Ginevra Barbetti.
Il libro:
Nel 1923 Walt e Roy Disney iniziavano un'avventura che avrebbe cambiato per sempre la storia del cinema. Da allora i film realizzati dalla Disney hanno incantato più generazioni, meravigliandoci ogni volta per le sue storie senza tempo e senza età. Oggi, a distanza di un secolo, Giunti Odeon continua a festeggiare questa grande fabbrica di sogni proponendo una selezione di grandi classici Disney, con i film più celebri, adatti per grandi e piccoli, da gustarsi tutti insieme e continuare a sognare...
I film di due immensi maestri della storia del cinema proposti a Giunti Odeon in splendide e rarissime versioni restaurate. Si parte con le 34 comiche interpretate e girate da Charlie Chaplin per la Keystone Company tra il 2 febbraio e il 7 dicembre 1914. In meno di dodici mesi Chaplin passa dall'essere un attore di vaudeville pressoché sconosciuto a una star del cinema. Impara a ideare, dirigere e a montare i suoi film: un solo anno di vorticosa attività, e un mondo che prende forma, un personaggio che poco alla volta s'appropria del proprio abito, un cineasta che conquista il suo posto davanti e dietro la macchina da presa. Le comiche Keystone registrano, in tempo reale, e con una dinamicità, una vitalità e un'energia irripetibili, la nascita e l'evoluzione di uno de personaggi più universali del Novecento. Si prosegue con tre travolgenti capolavori di Buster Keaton: "Cops" (1922), "The High Sign" (1921), "Neighbors" (1921).
Una serie true crime da collezione che ricostruisce i casi più clamorosi di cronaca nera italiana del Novecento. Menti criminali che hanno segnato le pagine le pagine di cronaca nera del secolo scorso e turbato le coscienze. Personalità deviate che sono state inseguite, smascherate e incriminate - talvolta ingiustamente - prima del RIS, delle telecamere di sorveglianza, dei tabulati telefonici e internet. Una mappatura noir che non lascia scampo.
Martedì 22 ottobre Gianni Biondillo, Francesca Mogavero e Alessandro Gorza presenteranno sul palco di GO i primi due volumi della collana Nero900 (Giunti Editore): La saponificatrice di Correggio. Il caso Cianciulli e Il mostro di Roma. Il caso Girolimoni.
I libri:
La splendida serie "Favole europee" d'animazione realizzate negli anni Settanta e basate su racconti e storie del folklore di varie nazioni europee, dall'Italia alla Francia, dal Belgio all'Ungheria, dalla Svizzera all'Inghilterra. I corti in rotazione prendono spunto dal Carnevale: quindici brevi film d’animazione frutto di coproduzioni internazionali, ognuno dei quali narra una fiaba appartenente alla tradizione popolare di un paese europeo.
Un genere: il polar francese da Fantômas a Maigret
L’ultimo incontro è dedicato alla letteratura più di consumo, quella seriale, con particolare riferimento al genere da sempre più amato dai lettori e dal pubblico, ancora oggi: il giallo, nelle sue varianti. Viene analizzato il caso francese, dove la serialità letteraria e cinematografica nasce all’inizio del XX secolo come erede del feuilleton ottocentesco e si evolve come prodotto della nascente industria culturale di massa, passando poi alla nascita di un genere, il polar, che porta anche nel nome la fusione tra cinema e letteratura, per finire con la creazione da parte di Georges Simenon di un personaggio come il commissario Maigret, fonte inesauribile per libri, cinema e televisione.
L'abbonamento all'intero Atelier (euro 100, nominale e comprensivo di cinque incontri da 90') è acquistabile dal 27 Agosto alla cassa della libreria.
Wes Anderson è uno dei maestri del cinema contemporaneo, amatissimo dal pubblico in tutto il mondo per il suo stile e la sua poetica inconfondibili. Giunti Odeon dedica un omaggio al grande regista americano con una selezione dei suoi film più celebri, tutti in versione originale con sottotitoli in italiano.
Nel 1923 Walt e Roy Disney iniziavano un'avventura che avrebbe cambiato per sempre la storia del cinema. Da allora i film realizzati dalla Disney hanno incantato più generazioni, meravigliandoci ogni volta per le sue storie senza tempo e senza età. Oggi, a distanza di un secolo, Giunti Odeon continua a festeggiare questa grande fabbrica di sogni proponendo una selezione di grandi classici Disney, con i film più celebri, adatti per grandi e piccoli, da gustarsi tutti insieme e continuare a sognare...
A Giunti Odeon un altro autore internazionale: Jeffrey Deaver presenterà La mano dell'orologiaio (Rizzoli) in dialogo con Massimo Fiorio (@dietnam). La traduzione sarà a cura di Seba Pezzani.
Il libro:
Il caleidoscopio del giovane Kubrick
Non si può capire la nascita e l’evoluzione del cinema di un grande regista-autore come Kubrick senza una panoramica sul funzionamento dell’industria hollywoodiana e dello Studio-System americano. Dopo questa “contestualizzazione”, si passa all’analisi dell’attività svolta nel dopoguerra dal giovane Kubrick come fotoreporter, passaggio che lo segna per la ricerca sulle possibilità del mezzo e sul confronto con il reale, ma soprattutto per la forma espressiva dell’ambiguità, come messa in crisi dei princìpi del cinema hollywoodiano classico. È seguendo questa traccia che inizia il suo percorso come regista, prima con alcuni cortometraggi e poi con il film d’esordio, Paura e desiderio (1953).
L’iscrizione all’atelier (nominale e valida per tutti e 5 gli incontri da 90') può essere fatta alla cassa della libreria (ogni giorno dalle ore 10 alle ore 20), al costo di euro 100 (euro 50 per gli under 25).
Incontro 2 - Il confronto con i generi
Dopo il film d’esordio, Kubrick si confronta con uno degli elementi più importanti del cinema americano, il sistema dei generi. Grazie alla volontà di essere indipendente, Kubrick realizza Il bacio dell’assassino (1955), a metà tra noir e gangster-movie, in cui sperimenta l’uso simbolico delle immagini e la soggettività della narrazione. Si prosegue con Rapina a mano armata (1956), altro “film di genere”, ma costruito attraverso la frammentazione del racconto. Nel successivo war-movie Orizzonti di gloria Kubrick sovverte la retorica epico-militarista del genere, in cui è lo spazio a determinare l’azione (e non viceversa), fino al film storico Spartacus (1960), in cui accentua gli elementi linguistici della modernità.
Incontro 3 - Figure della modernità
Dall’inizio degli anni Sessanta Kubrick accentua la modernità del suo cinema, grazie anche a una nuova idea del personaggio. Ne è un esempio la protagonista di Lolita (1962), figura di fanciulla misteriosa e ambigua, ma questo è anche il primo film in cui Kubrick riflette sulle potenzialità dello sguardo. Il regista amplifica questa dimensione ne Il dottor Stranamore (1964), satira pungente sulla distruzione atomica del mondo, fino al capolavoro assoluto 2001: Odissea nello spazio (1969), un film-mondo che inventa un nuovo tipo di sguardo, quello conoscitivo, e un nuovo modo di fare cinema.
Incontro 4 - Il cinema oltre il cinema
Dal progetto mai realizzato su Napoleone ad Arancia meccanica (1971), Kubrick spinge sull’ambiguità assoluta delle immagini: il senso iniziale viene capovolto, anche grazie alla manipolazione del tempo. L’uso espressivo dello zoom è la chiave di questo stile, come si vede in Barry Lyndon (1975), un film totale, che attraverso la complessità simbolica delle sue inquadrature e del suo montaggio esibisce nessi con la letteratura, il teatro, la pittura, la musica, e in cui il significato viene svuotato a vantaggio del visibile.
Incontro 5 - Occhi aperti chiusi
Il carattere moderno del cinema di Kubrick si ritrova, rinnovato, anche nei suoi ultimi film: Shining (1981), variante sull’horror costituita da labirinti spaziali e temporali, in cui è l’architettura (della mente) a dare forma alla narrazione; Full Metal Jacket (1987) in cui la guerra è mostrata come uno spazio-tempo astratto e simbolico; Eyes Wide Shut (1999), straordinaria parabola sulle seduzioni ingannevoli del Novecento e film-testamento sul cinema come “grande illusione”.
Odeon, la sua storia nel cuore di Firenze.
Dal 1922 i film più belli, gli ospiti più illustri, gli eventi più importanti hanno avuto come palcoscenico Il magnifico cinema teatro di piazza Strozzi a Firenze. Scopri la sua storia
Un secolo di cinema e cultura
Dal 1922 a oggi, la storia del cinema Odeon di Firenze in un libro ricco di immagini, documenti, storie e curiosità.
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