


Regia : DAVID LYNCH
Cast :
Durata : 01:51
Prosegue a Giunti Odeon la retrospettiva integrale dedicata a David Lynch, con la proiezione dei cortometraggi, che rappresentano il nucleo primordiale del suo immaginario: lavori nati tra pittura, animazione e sperimentazione sonora, in cui emergono già le tensioni, le visioni e l’umorismo surreale che attraverseranno tutta la sua filmografia. Dalle prime animazioni disturbanti agli ibridi tra live action e sogno, fino alle incursioni nella comicità più grottesca, questi film mostrano un Lynch libero, artigianale e radicale. Una rassegna che permette di osservare da vicino la nascita di un linguaggio unico, in cui il cinema diventa esperienza sensoriale, inquieta e profondamente personale.
I CORTOMETRAGGI DI DAVID LYNCH:
SIX MEN GETTING SICK – 4’
Un vortice visivo ripetitivo e disturbante, in cui sei figure stilizzate sembrano rigettare non solo materia ma tensione interiore. In questo ciclo ipnotico, Lynch esplora il corpo come luogo della paura e dell’ossessione, anticipando temi che attraverseranno tutta la sua poetica.
THE ALPHABET – 4’
Un incubo infantile sulla nascita del linguaggio. Le lettere diventano entità animate, minacciose, manifestazioni di un apprendimento obbligato e di un terrore che emerge dal profondo. Lynch fonde animazione, suono e immagini reali in un flusso perturbante e simbolico.
THE GRANDMOTHER – 34’
La solitudine di un bambino oppresso dalla propria famiglia trova rifugio in una creatura evocata dal suo stesso bisogno di affetto. Il corto alterna live action e animazione in un racconto denso, inquieto, che parla del desiderio di protezione e delle ombre dell’infanzia.
THE AMPUTEE 1 & 2 – 5’ e 4’
Una donna racconta una vicenda personale mentre un’infermiera tenta di curare una ferita. L’immobilità della protagonista e il tono distaccato del racconto creano un contrasto che amplifica il disagio. Due variazioni dello stesso esperimento, asciutte e crudamente ironiche.
LUMIÈRE – 1’
Un minuto di atmosfere spettrali e vibrazioni luminose: Lynch rende omaggio alle origini del cinema interpretandone il mistero più che la forma, come se la pellicola stessa respirasse.
THE COWBOY AND THE FRENCHMAN – 26’
Una commedia surreale che mette in collisione stereotipi del West americano e figure europee grottesche. Tra equivoci, rituali culturali e umorismo spiazzante, Lynch si diverte a scardinare l’immaginario collettivo con leggerezza e fantasia.
DUMBLAND – 33’
Un’esplorazione volutamente brutale dell’assurdo quotidiano. Disegni grezzi, umorismo esagerato, situazioni esasperate: Lynch osserva la stupidità come forma di caos primordiale, trasformandola in un universo comico e disturbante.
