

Nuovo appuntamento sul palco con Lo stalking. Lo stalking. Analisi criminologica, aspetti normativi, strategie di prevenzione e contrasto (Edizioni Del Faro) di Armando Ago. Saranno presenti oltre all'autore anche il giornalista Gianmaria Frati, l'avvocata Annalisa Gordigiani e la psicologa Elisa Bongini, responsabile dell'area sulla violenza maschile di Artemisia.
L’autore, forte della sua esperienza professionale e di un’approfondita ricerca criminologica e giuridica, nel libro offre un’analisi completa delle radici dello stalking: dalle forme tradizionali al cyberstalking, fino alle più recenti evoluzioni. Il volume ripercorre inoltre il quadro normativo e giurisprudenziale, italiano e internazionale, ed evidenzia le strategie di prevenzione e gli strumenti concreti, giuridici e operativi, per proteggere le vittime e contrastare i persecutori.
La presentazione è un’occasione preziosa per riflettere su uno dei fenomeni più inquietanti e attuali della nostra società.
L'autore:
Armando Ago, Tenente Colonnello dei Carabinieri, insegnante di Tecniche Investigative presso la Scuola Marescialli dei Carabinieri di Firenze, autore del libro “Lo stalking. Analisi criminologica, aspetti normativi, strategie di prevenzione e contrasto”, pubblicato nell’aprile 2025 dalle Edizioni del Faro di Trento.

Per il giorno di Halloween Giunti Odeon rende omaggio all'universo dark di Tim Burton, uno dei geni creativi del cinema mondiale e uno dei più versatili e affascinanti artisti del nostro tempo, grazie alla sua capacità di dare forma a un universo poetico unico e inconfondibile. Celebriamo il grande regista e artista americano con una selezione dei suoi film più celebri, tutti in versione originale con sottotitoli in italiano.

Giunti Odeon propone 2 film imperdibili dedicati a Dante Alighieri, in versione restaurata. Inferno (1911), prodotto dalla Milano Films, il primo adattamento della Divina Commedia. A lungo disponibile solo in copie danneggiate, mutile o censurate, Inferno è stato restituito alla sua edizione princeps, alla corretta successione delle inquadrature, alla pienezza della sua luce e dei suoi colori da un lungo lavoro di restauro curato dalla Cineteca di Bologna. Cent’anni dopo, lo spettatore si trova nuovamente avvolto nella visione orrida e meravigliosa di figurazioni ispirate a Gustave Doré (e ad altri illustratori), ma come rivisitate da un Méliès crudele: desolazione delle lande bucate dai sepolcri aperti, bagliori repentini, la petrosità degli orridi, l’acume dei roveti secchi, dannati striscianti o che procedono decapitati mutilati sventrati, le fattezze bizzarre delle creature mitologiche, le mostruose metamorfosi... A seguire uno dei primi film realizzati sulla vita di Dante Alighieri: uscito più di un secolo fa (nel 1922) Dante nella vita e nei tempi suoi fu girato interamente a Firenze ed è uno dei film più lunghi (92') della storia del cinema muto italiano. Nel film Dante si trova al centro di intrecci politici e della vicenda d’amore tra Segna de’ Calligai e Coronella, quest’ultima una monaca che viene rapita dal convento. Il rapimento innesca una serie di reazioni di cui sono protagonisti Guelfi e Ghibellini. Dopo la morte di Dante a Ravenna, dove si era recato per scongiurare la guerra con i Veneziani, il figlio ritroverà, grazie ad una visione notturna, l’ultima parte della Divina Commedia, che era andata perduta.

A cinquanta anni esatti dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, i cinque incontri dedicati al grande regista permetteranno agli iscritti di avventurarsi in uno dei percorsi autoriali più originali ed entusiasmanti dell’intera storia del cinema. Pasolini ha esplorato da un punto di vista molto personale le possibilità del linguaggio cinematografico, da lui stesso definito “la lingua scritta della realtà”, capace di mostrare i cambiamenti e le contraddizioni della società italiana a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. In questa ricerca convergono alcune delle grandi suggestioni culturali pasoliniane, tra cui il marxismo, la religione, il mito, il corpo e la pittura, mai disgiunte le une dalle altre.
Incontro 2 - La “lingua scritta della realtà”
Dopo il film d’esordio Pasolini inizia a riflettere sul cinema anche da un punto di vista teorico, definendo il linguaggio cinematografico “la lingua scritta della realtà” e ragionando in maniera allegorica su alcune delle sue forme, come il montaggio, il piano-sequenza, la soggettiva libera indiretta, l’immagine-tempo. Nei due film Mamma Roma (1962) e La ricotta (1963) sono pienamente visibili queste idee, unite alla ricerca poetica sugli ultimi, che continua a perseguire.

Wes Anderson è uno dei maestri del cinema contemporaneo, amatissimo dal pubblico in tutto il mondo per il suo stile e la sua poetica inconfondibili. Giunti Odeon dedica un omaggio al grande regista americano con una selezione dei suoi film più celebri, tutti in versione originale con sottotitoli in italiano.

A Giunti Odeon, nella Sala degli Specchi al 1° piano, sarà in esposizione la mostra fotografica Etichette Buchette - Storie di Vini Immaginari dal 7 al 20 novembre 2025 (con inaugurazione ufficiale l'8 novembre alle 17.30, dopo la presentazione dell'omonimo libro alle 16.30). Ingresso gratuito tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:30
La mostra e il libro:
12 etichette di vini immaginari associate a 12 buchette del vino fiorentine.
Ogni etichetta, posta su una bottiglia vuota, è stata fotografata dentro o accanto a una buchetta del vino nel centro storico di Firenze.
Le stesse etichette – e quindi i vini immaginari evocati – sono state fonte d’ispirazione per 12 scrittori e scrittrici professionisti, i cui racconti sono raccolti nel libro Etichette Buchette (Edizioni BDV).
Ideatori e curatori della mostra sono Lorenzo Scacchia (Incipitojo) e Matteo Faglia (presidente dell’Associazione Buchette del Vino, editrice del libro).
Contribuiscono all’iniziativa: Ruffino, Babae, Cafe Odeon, Vetreria Etrusca.
Etichette Buchette (alias EtiBu) nasce dall’incontro tra le attività di Lorenzo Scacchia e Matteo Faglia. Incipitojo espone dal 2019 copertine di libri immaginari, invitando i visitatori a fantasiare su cosa quelle pagine non ancora scritte possano contenere; e a scrivere quindi in poesia o prosa, ispirandosi liberamente alle copertine. L’Associazione Buchette del Vino è nata a Firenze nel 2015, dedicandosi a queste aperture “inventate” nella seconda metà del ‘500 per vendere il vino a fiaschi direttamente dai palazzi delle famiglie nobili che lo producevano nelle campagne intorno alla città.
Il primo atto è stato l’invito a 12 scrittori e scrittrici che, scelta un’etichetta tra quelle create da Scacchia, hanno “bevuto” quel vino immaginario e ispirandosi a esso hanno composto un racconto a testa. In estrema libertà creativa, con il solo vincolo relativo alla lunghezza (10000 battute circa). Immagini e immaginazioni, dunque, per fantasticare nel mondo del vino. Si sono prestati al gioco: Valentina Barile, Paolo Di Paolo, Carlotta Fruttero, Leonardo Gori, Lia Levi, Sacha Naspini, Anna Prandoni, Alessandro Raveggi, Vanni Santoni, Marco Vichi, Christine Von Borries, Paola Zannoner. I racconti sono raccolti in un libro pubblicato da Edizioni BDV (emanazione dell’Associazione Buchette del Vino), con grafica e impaginazione di Simonetta Scaglione.
Altro caposaldo di EtiBu sono i ritratti fotografici ad opera di Scacchia, ambientati a Firenze e protagonisti della mostra in oggetto. Ogni etichetta è stata posta su una bottiglia vuota, gentilmente fornita da Vetreria Etrusca. Scacchia e Faglia hanno trascorso una giornata di qua e di là d’Arno, abbinando ogni etichetta a una buchetta. E nella maggior parte dei casi coinvolgendo ignari passanti nella costruzione della scena: loro mani, braccia e corpi sono diventati parte essenziale delle fotografie.
Ogni ritratto è affiancato in mostra da: indirizzo della buchetta (e nome del palazzo, se rilevante), informazioni sulla buchetta, nome del modello di bottiglia, incipit del racconto corrispondente. Un pannello espone le 12 bottiglie vuote.
I ritratti sono presenti anche nel libro, che funge così da catalogo della mostra.
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Incipitojo {ad uso di starvi a fantasiar}: esposizione di copertine di libri immaginari. I visitatori sono invitati a fantasticare su quali parole quelle pagine non ancora scritte possano contenere e a comporre quindi in poesia o prosa ispirandosi alle copertine. E percorrendo così a ritroso l’usuale iter editoriale, che vede la copertina a valle dell’opera.
Ideato e concretato da Lorenzo Scacchia, dall’esordio nel 2019 – pur orbitando intorno alla stessa idea fondante – ad ogni edizione si accorda alle forme della sede ospitante e delle sinergie in essere. Sovente viene bandito un concorso letterario e talora le copertine nascono da laboratori di inclusione sociale. La scrittura avviene a volte in loco su carta includente semi, poi piantata altrove tessendo connessioni tra scriventi e seminanti.
instagram.com/hauchnebelkabinett
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L’Associazione Buchette del Vino (presieduta da Matteo Faglia) è nata a Firenze nell’ottobre del 2015 con lo scopo di censire, studiare, documentare, far conoscere e salvaguardare un patrimonio diffuso nel territorio toscano. Una testimonianza unica e del tutto originale di commercio del vino direttamente dai produttori ai consumatori di ogni ordine sociale attraverso questi manufatti architettonici così particolari.
Le buchette del vino sono nate e si sono diffuse esclusivamente a Firenze e nel territorio del Granducato di Toscana a partire dalla seconda metà del ’500. Sono state “inventate” per vendere il vino a fiaschi direttamente dai palazzi delle famiglie nobili che lo producevano nelle campagne intorno alla città. Dopo 4 secoli, a metà ’900, sono cadute in disuso e via via dimenticate. Fino alla loro riscoperta nel 2019, con la riapertura nei locali di Babae in via di Santo Spirito, seguita da una dozzina di altri esercizi che, rielaborando la tradizione, vogliono offrire l’esperienza di un calice di vino somministrato sulla strada in un modo del tutto particolare.
Il censimento, sempre in corso, registra ad oggi quasi 300 referenze in tutta la Toscana. La comunicazione dell’Associazione, svolta attraverso un sito web e due profili social, riporta e aggiorna le nostre scoperte e iniziative, fatte di studi, incontri, visite guidate, produzione di video-tour, cacce alle buchette e altro.

Erin Doom arriva a Giunti Odeon per presentare Racconti perduti (Magazzini Salani) in dialogo con la nostra libraia Sabrina Patanè.
Per il firmacopie NON ci saranno pass. A tutti sarà garantito l'accesso, ma come sempre verrà data la priorità a chi dimostrerà con scontrino l'acquisto presso Giunti Odeon.
Il libro:
FABBRICANTE DI LACRIME E ALTRE LEGGENDE. IL LIBRO DA CUI TUTTO HA AVUTO INIZIO.
OGNI DESTINO CUSTODISCE UNA STORIA, OGNI STORIA MERITA DI ESSERE RACCONTATA. Le emozioni travolgenti del Fabbricante di lacrime, il sacrificio altruista della Regina dei miracoli, i sentimenti che come un filo dorato hanno legato i romanzi di Erin Doom prendono nuova forma in una raccolta di racconti che parlano di amore verso se stessi e gli altri, legami che superano le distanze, sogni, bellezza interiore e gentilezza capace di cambiare il mondo. Con le splendide illustrazioni di Kelly Chong, ogni pagina è un tassello di un universo narrativo inconfondibile e indimenticabile.
L'autrice:
Pseudonimo di una giovane scrittrice italiana, Erin Doom ha esordito su Wattpad, la piattaforma di social reading più famosa al mondo, con il nickname DreamsEater. In poco tempo le sue storie hanno conquistato il cuore dei lettori. Per Salani Editore ha pubblicato Fabbricante di lacrime (2021) - vero bestseller italiano - e Nel modo in cui cade la neve (2022). Nel 2023 sempre per edizoni Salani è uscito Stigma, primo romanzo di una saga, seguito nel 2024 da Arcadia. Stigma 2.
«Al momento mi viene naturale presentarmi con il mio vero nome, Matilde. Ma sono anche Erin Doom e così continuerò a firmare i miei libri» ha dichiarato la giovane autrice nelle interviste al Corriere della Sera e con Fabio Fazio a Che tempo che fa, svelando la sua identità. La scrittrice ha anche aggiunto di aver scelto questo peudonimo per timidezza, per vivere l'esperienza senza esserne troppo coinvolta, come da sua indole. Ma ora, sentendo la necessità di incontrare i suoi lettori, ha deciso di dare loro un volto reale dietro il nome ormai noto di Erin Doom.

A Giunti Odeon, Valentina Barile, Paolo Di Paolo, Carlotta Fruttero, Leonardo Gori, Lia Levi, Sacha Naspini, Anna Prandoni, Alessandro Raveggi, Vanni Santoni, Marco Vichi, Christine Von Borries, Paola Zannone presenteranno il volume Etichette Buchette - Storie di Vini Immaginari (Edizioni BDV). Seguirà nella Sala degli Specchi al 1° piano, l'inaugurazione ufficiale della mostra fotografica omonima in esposizione dal 7 al 20 novembre 2025. Ingresso gratuito tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:30.
La mostra e il libro:
12 etichette di vini immaginari associate a 12 buchette del vino fiorentine.
Ogni etichetta, posta su una bottiglia vuota, è stata fotografata dentro o accanto a una buchetta del vino nel centro storico di Firenze.
Le stesse etichette – e quindi i vini immaginari evocati – sono state fonte d’ispirazione per 12 scrittori e scrittrici professionisti, i cui racconti sono raccolti nel libro Etichette Buchette (Edizioni BDV).
Ideatori e curatori della mostra sono Lorenzo Scacchia (Incipitojo) e Matteo Faglia (presidente dell’Associazione Buchette del Vino, editrice del libro).
Contribuiscono all’iniziativa: Ruffino, Babae, Cafe Odeon, Vetreria Etrusca.
Etichette Buchette (alias EtiBu) nasce dall’incontro tra le attività di Lorenzo Scacchia e Matteo Faglia. Incipitojo espone dal 2019 copertine di libri immaginari, invitando i visitatori a fantasiare su cosa quelle pagine non ancora scritte possano contenere; e a scrivere quindi in poesia o prosa, ispirandosi liberamente alle copertine. L’Associazione Buchette del Vino è nata a Firenze nel 2015, dedicandosi a queste aperture “inventate” nella seconda metà del ‘500 per vendere il vino a fiaschi direttamente dai palazzi delle famiglie nobili che lo producevano nelle campagne intorno alla città.
Il primo atto è stato l’invito a 12 scrittori e scrittrici che, scelta un’etichetta tra quelle create da Scacchia, hanno “bevuto” quel vino immaginario e ispirandosi a esso hanno composto un racconto a testa. In estrema libertà creativa, con il solo vincolo relativo alla lunghezza (10000 battute circa). Immagini e immaginazioni, dunque, per fantasticare nel mondo del vino. Si sono prestati al gioco: Valentina Barile, Paolo Di Paolo, Carlotta Fruttero, Leonardo Gori, Lia Levi, Sacha Naspini, Anna Prandoni, Alessandro Raveggi, Vanni Santoni, Marco Vichi, Christine Von Borries, Paola Zannoner. I racconti sono raccolti in un libro pubblicato da Edizioni BDV (emanazione dell’Associazione Buchette del Vino), con grafica e impaginazione di Simonetta Scaglione.
Altro caposaldo di EtiBu sono i ritratti fotografici ad opera di Scacchia, ambientati a Firenze e protagonisti della mostra in oggetto. Ogni etichetta è stata posta su una bottiglia vuota, gentilmente fornita da Vetreria Etrusca. Scacchia e Faglia hanno trascorso una giornata di qua e di là d’Arno, abbinando ogni etichetta a una buchetta. E nella maggior parte dei casi coinvolgendo ignari passanti nella costruzione della scena: loro mani, braccia e corpi sono diventati parte essenziale delle fotografie.
Ogni ritratto è affiancato in mostra da: indirizzo della buchetta (e nome del palazzo, se rilevante), informazioni sulla buchetta, nome del modello di bottiglia, incipit del racconto corrispondente. Un pannello espone le 12 bottiglie vuote.
I ritratti sono presenti anche nel libro, che funge così da catalogo della mostra.
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Incipitojo {ad uso di starvi a fantasiar}: esposizione di copertine di libri immaginari. I visitatori sono invitati a fantasticare su quali parole quelle pagine non ancora scritte possano contenere e a comporre quindi in poesia o prosa ispirandosi alle copertine. E percorrendo così a ritroso l’usuale iter editoriale, che vede la copertina a valle dell’opera.
Ideato e concretato da Lorenzo Scacchia, dall’esordio nel 2019 – pur orbitando intorno alla stessa idea fondante – ad ogni edizione si accorda alle forme della sede ospitante e delle sinergie in essere. Sovente viene bandito un concorso letterario e talora le copertine nascono da laboratori di inclusione sociale. La scrittura avviene a volte in loco su carta includente semi, poi piantata altrove tessendo connessioni tra scriventi e seminanti.
instagram.com/hauchnebelkabinett
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L’Associazione Buchette del Vino (presieduta da Matteo Faglia) è nata a Firenze nell’ottobre del 2015 con lo scopo di censire, studiare, documentare, far conoscere e salvaguardare un patrimonio diffuso nel territorio toscano. Una testimonianza unica e del tutto originale di commercio del vino direttamente dai produttori ai consumatori di ogni ordine sociale attraverso questi manufatti architettonici così particolari.
Le buchette del vino sono nate e si sono diffuse esclusivamente a Firenze e nel territorio del Granducato di Toscana a partire dalla seconda metà del ’500. Sono state “inventate” per vendere il vino a fiaschi direttamente dai palazzi delle famiglie nobili che lo producevano nelle campagne intorno alla città. Dopo 4 secoli, a metà ’900, sono cadute in disuso e via via dimenticate. Fino alla loro riscoperta nel 2019, con la riapertura nei locali di Babae in via di Santo Spirito, seguita da una dozzina di altri esercizi che, rielaborando la tradizione, vogliono offrire l’esperienza di un calice di vino somministrato sulla strada in un modo del tutto particolare.
Il censimento, sempre in corso, registra ad oggi quasi 300 referenze in tutta la Toscana. La comunicazione dell’Associazione, svolta attraverso un sito web e due profili social, riporta e aggiorna le nostre scoperte e iniziative, fatte di studi, incontri, visite guidate, produzione di video-tour, cacce alle buchette e altro.

A cinquanta anni esatti dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, i cinque incontri dedicati al grande regista permetteranno agli iscritti di avventurarsi in uno dei percorsi autoriali più originali ed entusiasmanti dell’intera storia del cinema. Pasolini ha esplorato da un punto di vista molto personale le possibilità del linguaggio cinematografico, da lui stesso definito “la lingua scritta della realtà”, capace di mostrare i cambiamenti e le contraddizioni della società italiana a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. In questa ricerca convergono alcune delle grandi suggestioni culturali pasoliniane, tra cui il marxismo, la religione, il mito, il corpo e la pittura, mai disgiunte le une dalle altre.
Incontro 3: La città di Dio
Il Vangelo secondo Matteo (1964) rappresenta per Pasolini il primo film-mondo, quello che riassume la sua poetica e il suo stile nella prima metà degli anni Sessanta, nonché la forma estetica e morale della sua idea di cinema. Un film in forma di sacra rappresentazione magmatica, dove marxismo, cristianesimo, umanesimo danno forma a un Vangelo privo di retorica, con un Cristo anarchico e al di sopra della ragione, in un Sud dove si intravedono ancora i segni della sacralità della vita.

A cinquanta anni esatti dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, i cinque incontri dedicati al grande regista permetteranno agli iscritti di avventurarsi in uno dei percorsi autoriali più originali ed entusiasmanti dell’intera storia del cinema. Pasolini ha esplorato da un punto di vista molto personale le possibilità del linguaggio cinematografico, da lui stesso definito “la lingua scritta della realtà”, capace di mostrare i cambiamenti e le contraddizioni della società italiana a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. In questa ricerca convergono alcune delle grandi suggestioni culturali pasoliniane, tra cui il marxismo, la religione, il mito, il corpo e la pittura, mai disgiunte le une dalle altre.
Incontro 4: Utopie e disillusioni
La seconda parte degli anni Sessanta rappresenta per Pasolini il tramonto dell’utopia, in un Paese che il regista vede votato sempre di più verso l’autodistruzione. Sono gli anni di una progressiva e malinconica disillusione: con Uccellacci e uccellini (1965), La Terra vista dalla Luna (1966) e Che cosa sono le nuvole? (1967) Pasolini si confronta con la forma dell’allegoria satirica, mentre Teorema (1968) è il film che segna il consapevole isolamento intellettuale di Pasolini e la condanna definitiva della borghesia italiana.

A cinquanta anni esatti dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, i cinque incontri dedicati al grande regista permetteranno agli iscritti di avventurarsi in uno dei percorsi autoriali più originali ed entusiasmanti dell’intera storia del cinema. Pasolini ha esplorato da un punto di vista molto personale le possibilità del linguaggio cinematografico, da lui stesso definito “la lingua scritta della realtà”, capace di mostrare i cambiamenti e le contraddizioni della società italiana a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. In questa ricerca convergono alcune delle grandi suggestioni culturali pasoliniane, tra cui il marxismo, la religione, il mito, il corpo e la pittura, mai disgiunte le une dalle altre.
Incontro 5: Alla ricerca del mito perduto
Nell’ultima parte della sua carriera Pasolini si confronta con una delle radici culturali più forti del suo percorso artistico e intellettuale: il mito greco. Prima in Edipo re (1969) e poi in Medea (1970), Pasolini mostra una forza e una ricchezza ancora a disposizione dell’uomo di oggi, essendo il mito il nucleo oscuro e vitale dell’esperienza vissuta. Un discorso che prosegue nei tre film della “trilogia della vita”, per interrompersi nell’ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).
Un luogo di storia e bellezza
Dal 1922 i film più belli, gli ospiti più illustri, gli eventi più importanti hanno avuto come palcoscenico il magnifico cinema teatro di piazza Strozzi a Firenze. Vieni a trovarci.
Odeon, un secolo di cinema e cultura.
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