A Giunti Odeon una selezione di classici americani degli anni '80! Colorati, folli, sperimentali, gioiosi e oscuri allo stesso tempo: i film di quel decennio sono il caleidoscopio di una società rinnovata ed euforica, ma non priva di ombre. Ecco allora i film di maestri come Robert Zemeckis, David Cronenberg, Terry Gilliam, Martin Scorsese e tanti altri cult da vedere e rivedere!
In occasione dell'apertura del Museo Pinocchio (Via Ricasoli, Firenze), a Giunti Odeon sarà inaugurata la mostra Pinocchio a cura di Fabio De Poli.
La mostra:
“Fabio De Poli dichiara, all’inizio, una sua pregiudiziale e ostinata antipatia per Pinocchio e le pinocchierie. Salvo poi ‘pentirsi’ e ricreare, affascinato dalla carta, dal colore, dalle forbici, dai materiali ‘poveri’ di una pittura sapiente, una specie di racconto per silhouette, dove il ricordo di Mazzanti, ma anche di Mattioli, è spinto in avanti, e trasforma in ritaglio colorato ogni personaggio, come in un gioco di bimbi che hanno imparato, e bene, la lezione di Matisse. De Poli si colloca al lembo estremo di contatto tra l’illustrazione del libro e la pittura dell’opera. Il suo lavoro è l’uno e l’altro. (…) Le tavole più significative di De Poli sono comunque quelle dove Pinocchio si prende la rivincita dell’antipatia dichiarata dall’artista e occupa lo spazio in maniera totale, con i suoi spigoli, le sue linee, le sue torsioni dinamiche, dividendo con quelle lo spazio del collage, diventando ombra e controluce, effetto ottico e realtà materiale e tattile.”
Valentino Baldacci e Andrea Rauch, Pinocchio e la sua immagine, Giunti 2006, p.44
L'artista:
Fabio De Poli nasce a Genova nel 1947, vive nella campagna intorno a Montecatini Terme (PT). Nel 1964 frequenta l’Istituto d’Arte di Firenze specializzandosi in grafica pubblicitaria sotto la guida di Lucio Venna. Agli inizi degli anni Settanta produce una serie di lavori New Dada. Viene segnalato per la Biennale dei giovani di Parigi da Enrico Crispolti; partecipa a numerose e importanti rassegne d’arte, si interessa al design, progettando mobili-oggetto e collabora, insieme a Eugenio Miccini e Antonio Bueno, alla realizzazione della rivista «Visual». Nel 1984 si trasferisce a Roma, ospite di Mario Ceroli, dove inizia un nuovo ciclo di lavori intitolato Roma. Nello stesso anno partecipa alla XXIX Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano. Da questo momento in poi le mostre personali e collettive si susseguono numerose, Fabio De Poli presenta pitture di grande formato, lavori di grafica, oggetti di design e libri d’artista. Inventa la rivista «Meta, parole e immagini» e nel 1992 partecipa alla mostra Libro d’artista italiano al Museum of Modern Art di New York, nel 1996 esce la monografia Fabio De Poli, opere 1969-1996, edita da Polistampa. Nel 1998 espone con Mario Ceroli nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio di Firenze Due atti unici, mentre nel 1999 Gillo Dorfles e Paolo Minetti presentano alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze il suo libro d’artista Pour Moi. Nello stesso anno realizza la sua prima mostra virtuale, The Most Beautiful Art Exhibition in the World. Dagli inizia degli anni Duemila partecipa a un sempre crescente numero di esposizioni e aumenta l’interesse dei critici d’arte nei suoi confronti tanto che nel 2002 è presente nel volume La storia dell’arte italiana, a cura di Giorgio Di Genova. La collaborazione con la galleria Farsetti lo porta a realizzare diverse esposizioni e nella sede milanese nel 2004 viene presentato il volume Fabio De Poli. Tracce d’artista edito da DoGi. A Vasto nel 2003 realizza due mosaici esterni di cento metri quadri su un edificio di civile abitazione progettato dallo Studio Dearch. Nel 2004 con la collaborazione di Mirabili colloca in viale Verdi a Montecatini una scultura in ferro, RossoAirone dedicata al Comune termale; l’anno seguente progetta una vetrata di 60 metri per il nuovo Ospedale Meyer di Firenze. Come illustratore pubblica con Andrea Rauch per La Biblioteca junior quattro libri per bambini: Notte di luna, che vincerà il Premio Andersen come miglior albo illustrato, Zan-denti, Pinocchio e Filo, mentre con la casa editrice Usher Arte pubblica nel 2010 una raccolta di lavori intitolata Cinquanta Piccoli De Poli. Dopo i fatti dell’11 settembre a New York consegna un’opera in memoria della strage al Consolato americano di Firenze e inaugura al Palace Hotel di Vasto, uno spazio arte diretto da Nicola Cucinieri, realizzando un’installazione permanente di 63 lavori dal titolo Ritratto continuo. Dagli inizi degli anni 2000 si è dedicato alla realizzazione della grafica che viene consegnata ai vincitori del premio Capalbio Cinema e alla progettazione delle vetrate del nuovo Museo della Resistenza a Siena. Successivamente diventa direttore artistico della Galleria Usher Arte di Lucca e dal 2015 è direttore artistico dello spazio Art Corner presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia. È del 2012 a Palazzo Mattioli a Vasto la grande mostra antologica 20 anni con Vasto, ma negli anni a seguire le esposizioni personali, le partecipazioni e gli interventi come grafico, design e artista si succedono a ritmo serrato. Collabora assiduamente con l’Archivio Carlo Palli ed è presente alle numerose mostre collettive realizzate dall’archivio stesso. Molte altre sono le collaborazioni con enti pubblici e privati tra questi ricordiamo SheetArt e Compagnia dei Santi Bevitori. A gennaio 2020 espone la serie Libri clandestini nello stand della casa editrice Gli Ori ad Artefiera a Bologna e nel giugno dello stesso anno pubblica il libro Tutta colpa di Raffaello per i tipi della stessa casa editrice. È della primavera del 2022 la mostra Libri clandestini a Civitanova Marche nella quale viene presentato nella sua interezza il progetto dedicato ai libri, argomento su cui De Poli, nel corso degli anni, è tornato a più riprese. Nel 2023 è stato nominato accademico ad honorem dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze. Nell’estate del 2024 partecipa con la mostra personale On the road, curata da Fabio Gori per “Paesaggi contemporanei”, un progetto di arte contemporanea di valorizzazione del territorio a cura del Comune di Radicondoli. In novembre la stessa mostra viene ospitata nelle sede milanese della Galleria Farsetti. Parallelamente prosegue la sua attività di curatela dello spazio Art Corner presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia e organizza una mostra su Saul Steinberg proponendo una rassegna di copertine che l’illustratore aveva realizzato per la rivista americana il “NewYorker”. Nel 2025 è presente ad ARTEFIERA Bologna con la Galleria Frediano Farsetti.
A Giunti Odeon una serie di rarissimi documentari che raccolgono le testimonianze dei grandi maestri del cinema italiano. Da Fellini a Pasolini, da Visconti a De Sica, da Rossellini a Bertolucci, da Antonioni a Bellocchio e molti altri, uno straordinario dietro le quinte di tanti capolavori del cinema.
Cristina Manetti sarà con noi per raccontarci il suo A Penlope che prende la valigia (Giunti) con Maria Elena Viola, direttrice di Donna Moderna, e con la partecipazione straordinararia di Nancy Brilli.
Il libro:
Un romanzo epistolare in cui una madre scrive alla figlia dodicenne Penelope e alle sue compagne immaginando di riempire la valigia di parole che, se ben adoperate, diventeranno fatti, determineranno i cambiamenti e il loro futuro, così come è accaduto a molte donne prima di loro. Una metafora della vita della Penelope protagonista ma anche di tutte le ragazze, future donne, ancora in viaggio verso una meta paritaria e degna di rispetto. CORAGGIO, LIBERTÀ, SPERANZA, TENACIA, GENTILEZZA, RISPETTO, ALLEGRIA, IMMAGINAZIONE, COMPASSIONE, FUTURO, GENEROSITÀ, CAMBIAMENTO sono solo alcune delle parole che andranno a comporre la valigia delle ragazze perché diventino artefici del proprio destino.
L'autrice:
Cristina Manetti è giornalista, Capo di Gabinetto della Regione Toscana, Presidente del Museo Casa di Dante, ideatrice del progetto Toscana delle donne, progetto trasversale della Regione Toscana contro la violenza e le discriminazioni di genere, per promuovere i diritti, i meriti, i talenti delle donne in modo innovativo e con linguaggi meno convenzionali.
Con tre edizioni, decine e decine di eventi, migliaia di uomini e donne coinvolte, e un progetto che intende affrontare a tutto campo la questione parità di genere la Toscana delle Donne diventa un cammino, avviato nel 2022, affinché i diritti, ma anche i meriti e i talenti, siano pienamente riconosciuti, nel lavoro, come nella cultura, nella scienza, nello sport.
Un progetto regionale unico in Italia – e che è all’attenzione dell’Unione Europea come laboratorio di buone pratiche – cresciuto anche grazie alla presenza di ospiti e personalità che non hanno fatto mancare contributi e testimonianze: giornaliste e conduttrici come Lucia Goracci, Giovanna Botteri, Tiziana Ferrario, Eleonora Daniele, Maria Elena Viola e Rajae Bezzaz; attrici come Cristiana Capotondi, Isabella Ferrari, Monica Guerritore, Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak e ancora, uomini dello spettacolo come Alessio Boni, Damiano Michieletto e donne come Piera De Tassis, Cinzia TH Torrini, Milly Carlucci; musiciste come Giulia Mazzoni; donne di scienza come Maria Chiara Carrozza; scrittrici come Dacia Maraini e artisti come Michelangelo Pistoletto e Marco Lodola; fotografi quali Oliviero Toscani e Massimo Sestini – che alla Toscana delle Donne hanno partecipato con mostre appositamente ideate e realizzate.
Di particolare significato è stata la mobilitazione a fianco delle donne iraniane, tra le altre cose con l’appello per la liberazione del Nobel iraniano Narges Mohammadi, lanciato lo scorso 25 novembre insieme a un altra donna insignita col Nobel, Oleksandra Matviichuk.
Tutto questo nella consapevolezza che “La libertà di ogni donna è la libertà di tutte, la violenza verso una di loro colpisce ciascuna ovunque essa si trovi”.
Uno straordinario viaggio attraverso i miti, i capolavori e le leggende del cinema di Hollywood. Da Keaton a Kubrick, da Welles a Coppola e a Scorsese, a Giunti Odeon una serie di documentari, ricchi di filmati e testimonianze, su un secolo e più di cinema americano: un avvincente racconto sulla più grande e folgorante industria dei sogni.
Arriva da GO il Book Club!
Tre semplicissime regole:
1. Leggi il nostro libro del mese (Storia dei miei soldi di Melissa Panarello)
2. Prenotati alla cassa di GO per partecipare e vieni a commentare il libro insieme ai nostri librai e ad altri lettori!
3. Alla fine dell'incontro, scegli uno tra i tre libri proposti dai nostri librai. Il più votato diventerà la lettura del mese successivo!
A Giunti Odeon una ricca selezione di film e documentari sulla pittura, le arti visive e il fumetto nel '900. Si tratta di una selezione di titoli molto rari (con numerosi film sperimentali e d'artista) - provenienti dall'archivio della Cineteca di Bologna - e dedicati alla vita e alle opere di Alberto Burri, Umberto Boccioni, Primo Conti, Giorgio De Chirico, Antoni Gaudì, Alberto Grifi, Hugo Pratt, Gino Rossi e molti altri.
François Truffaut e Jean-Luc Godard: due grandissimi maestri della storia del cinema, protagonisti indiscussi di una stagione irripetibile come la Nouvelle vague francese. Prima amici, poi rivali, diversissimi tra loro, ma legati entrambi da un amore viscerale per il cinema: a Giunti Odeon una serie di film documentari che raccontano il loro contrastante rapporto.
Incontro 1 - La politique des auteurs
La Nouvelle vague nasce dal fermento culturale che nel dopoguerra investe Parigi e la Francia. Il cinema diventa sempre più un fenomeno culturale: la Cinématheque Française diretta da Henri Langlois, i cineclub, le riviste, tra cui i Cahiers du Cinéma di André Bazin, costituiscono i presupposti per la nascita di una nuova critica su cui si forma una nuova e battagliera generazione cinefila, che si batte contro la produzione francese “de papà” e in difesa del cinema d’autore (in particolare Hitchcock, Vigo, Renoir, Rossellini). Nasce così la politique des auteurs e cioè il seme teorico da cui fiorirà la Nouvelle vague.
Un nuovo appuntamento di #AutografiaGOgò sta per arrivare! Sarà con noi Pierric Bailly, autore de Il fulmine (Clichy) per firmare tutte le vostre copie!
Il libro:
Il fulmine è il romanzo della passione amorosa e della desolazione che reinventa in chiave europea la tradizione del «nature writing» americano. John, il narratore, trent’anni circa, fa il pastore nel Giura. Ogni anno passa cinque mesi in una baita con la sola compagnia di un gregge di pecore. Percorre le foreste di faggi e di abeti rossi della valle, e incontra ogni tipo di animale: conigli, camosci, linci. Un giorno, scorrendo le notizie, scopre un fatto di cronaca che riguarda un certo Alexandre Perrin, accusato di omicidio. Alexandre, suo ex compagno di liceo, diventato veterinario, ecologista e militante della causa animalista, ha ucciso uno dei suoi vicini, un giovane cacciatore di vent’anni. Un litigio finito male. Alexandre è stato arrestato e si trova in custodia cautelare in carcere. John, molto turbato, lascia il suo rifugio e cerca di saperne di più. Prende contatto con Nadia, la moglie di Alexandre, anche lei al liceo con lui. E si ritrova trascinato in una storia passionale inattesa che sconvolgerà la sua vita.
Dopo L’amore ha tre dimensioni e L’uomo dei boschi, un nuovo romanzo con venature noir di uno degli autori più interessanti e appartati del panorama letterario francese
L'autore:
Pierric Bailly è nato a Champagnole nel 1982. Ha vissuto a La Frasnée, Lons-le-Saunier, Poids-de-Fiole e Savagn, piccoli paesi persi nei boschi del Giura francese. Dopo studi di cinema non conclusi ha iniziato a scrivere e a fare vari lavori precari. Oggi vive tra Lione e Clairvaux-les-Lacs. Tra i suoi romanzi, tutti pubblicati in Francia da P.O.L.: L’amore ha tre dimensioni (Clichy 2013) ,L’uomo dei boschi (Clichy 2018), Les enfants des autres (2020) e Le Roman de Jim (2021).
Incontro 2 - Arriva la Vague
Demolire i vecchi stereotipi, immergersi nella realtà, cercare nuove storie e nuovi interpreti. La Nouvelle vague è un movimento generazionale che ha i suoi presupposti negli anni ’50. L’esplosione erotica di Brigitte Bardot, l’ambientazione urbana, la confusione sentimentale, nonché i cambiamenti tecnologici e il nuovo modo di produrre film, sono tutti fenomeni che anticipano la Nouvelle vague. Alla fine del decennio questa “onda” trova in Louis Malle (e nel suo film Ascensore per il patibolo) uno dei suoi precursori.
Incontro 3 - I protagonisti: Jean-Luc Godard
La Nouvelle Vague nasce anche dal duplice rapporto di amore e distacco con il cinema americano classico, che è anche un doloroso confronto tra mito e realtà. Fino all’ultimo respiro (1960) è un film-chiave in questo senso, attraverso l’uso del metalinguaggio e lo sconvolgimento della narrazione tradizionale. Godard prosegue la sua ricerca sul linguaggio attraverso altri importanti film come Questa è la mia vita (1962), Il disprezzo (1963), Bande à part (1964), Alphaville (1965), fino a elaborare un’idea “politica” del proprio cinema intorno al Sessantotto.
Incontro 4 - I protagonisti: François Truffaut
È il poeta della Nouvelle vague, il “figlio” di Bazin, cresciuto con il mito del cinema e della letteratura. Nei suoi film si affacciano temi come il mistero e l’instabilità dei rapporti umani, il contrasto tra la purezza del sogno e la durezza della realtà, il rimpianto per una purezza perduta. Il suo stile si sforza di rendere l’atto di raccontare più importante della narrazione stessa: con I quattrocento colpi (1959) nasce l’idea dell’autobiografia cinematografica come progetto estetico, così come in Jules et Jim (1963) la storia contrastante di un amour fou a tre diventa l’occasione per esplorare la soggettività della cinepresa.
Incontro 5 - I protagonisti: Éric Rohmer, Claude Chabrol, Jacques Rivette
Con Godard e Truffaut sono gli altri tre grandi maestri della Nouvelle vague: Rohmer mette in scena non le azioni, ma il pensiero, in una tensione spirituale ed erotica in cui a dominare è il caso (Il segno del leone, La collezionista, La mia notte con Maud). Chabrol è quello che riflette più di tutti sul rapporto con i generi (in particolare il giallo ambientato in provincia), con una scrittura che si trasforma in trappola infernale (Le beau Serge, I cugini). Nel cinema di Rivette la narrazione lascia il posto a un labirinto in cui ci si perde tra realtà e immaginazione (Paris nous appartien).
Odeon, la sua storia nel cuore di Firenze.
Dal 1922 i film più belli, gli ospiti più illustri, gli eventi più importanti hanno avuto come palcoscenico Il magnifico cinema teatro di piazza Strozzi a Firenze. Scopri la sua storia
Un secolo di cinema e cultura
Dal 1922 a oggi, la storia del cinema Odeon di Firenze in un libro ricco di immagini, documenti, storie e curiosità.
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